La ricerca di senso - il Purpose - accade ovunque

Può il welfare aziendale diventare un asset strategico per le aziende?

 

Quali sono oggi i servizi più ricercati per aiutare i dipendenti a sviluppare maggiore benessere e a essere al contempo produttivi e strategici per le aziende?

Si parla di talento, di felicità e di molti altri temi tra cui la sostenibilità. Ma in realtà cosa si fa per le persone?

Ci sono moltissimi servizi nel campo delle HR che si stanno via via sviluppando, complice il COVID e le nuove generazioni di talenti che per allinearle alle offerte di lavoro necessitano di un engagement diverso rispetto al passato.

Così a tutte le attività più classiche come i diversi incentivi e a tutti i possibili servizi di Coaching e Counseling entra in gioco anche la comunicazione. Una comunicazione che sa di comunità, non più quindi interna per vocazione, ma quella che si collega ai “bisogni del mondo”. Un nuovo dialogo tra l a funzione HR e la Comunicazione. Un interscambio virtuoso tra le persone alle persone.

Il fenomeno del Purpose, importato dagli Stati Uniti ha lanciato con sé molta “aria” ma anche della sostanza. Sì perché fuori e dentro le aziende le persone hanno cominciato a chiedersi perché senza avere paura della retorica, legittimando questa domanda così connaturata all’essere umano.

Ecco che molte società di servizi lato comunicazione e grosse società di consulenza hanno cominciato a creare prima una narrativa intorno a questa parolina magica, il Purpose, e poi a strutturare dei servizi per le aziende. Questa cordata però si dedica soprattutto ad un lato del Giano bifronte: quello del brand e della sua comunicazione.

Poco ci si è chiesti quale fosse l’impatto del Purpose sulle persone. Oggi Giano comincia a scoprirsi tutto per intero: le società hanno capito che mettere al centro le persone non significa parlarne soltanto, seppur importante, ma ascoltarle e allinearle sul significato del lavoro, la ricerca di senso che tutti noi “ricerchiamo”.

Ormai è un dato di fatto: Il benessere individuale passa dalla ricerca interiore. Un vantaggio quello che le aziende oggi hanno a investire nei servizi specializzati.

L’attenzione quindi si rivolge a nuove formule di metodi e servizi tese a integrare il Purpose delle organizzazioni al significato del lavoro dei dipendenti, sviluppando e promuovendone i talenti e le vocazioni. E questi temi nelle nuove generazioni sono mandatory perché sono molto attenti ai valori, e soprattutto non hanno paura di chiedersi Perché.

Il wellbeing-il benessere- è passato da settore a economia tout court. La wellness economy non fa che rispecchiare quello che sta accadendo: gli esseri umani stanno investendo nel benessere collettivo e individuale. Ovviamente siamo agli inizi ed è un tema che appartiene ad una piccola percentuale del pianeta, ma la riflessione e le azioni sono partite.

La sostenibilità fa parte di questa consapevolezza da una parte, quella per cui l’uomo ha capito che la cosa principale è stare bene e dall’altra far star bene il resto del pianeta. Tenendo però anche conto che la sostenibilità ambientale nasce come risk management vista la scarsità e la difficoltà di reperire-causa climate change- quelle che noi uomini chiamiamo materie prime e altre importanti risorse per la nostra vetusta economia.

Ma tornando al tema lavoro e benessere le organizzazioni si sono rese conto che la cura della persona a tutto tondo è un obiettivo importante all’interno delle attività HR.

Così attività come la mia ma anche molte altre altamente specializzate come il Medical Coaching cominciano a trovare spazio in un mondo che si rinnova.

Quando è nato Purpose&Talent non avevo dubbi sul perché-sul why- servisse uno strumento del genere: aiutare le persone, e quindi anche le organizzazioni, a individuare e coltivare la propria destinazione (Purpose) tramite la scoperta e l’abilitazione dei talenti e a utilizzare tutti gli ambiti della comunicazione per attivarne il potenziale. La spinta me l’ha sempre data una certezza: ci sta un posto per tutti nel mondo, basta saperlo ricercare.

Nella sua semplicità concettuale mi sono resa conto anche di un’altra cosa: abbiamo dimenticato per molto tempo, soprattutto nei paesi economicamente più sviluppati, il concetto per cui vivere non è solo fare qualcosa, ma soprattutto essere.

L’essere e il fare non possono essere disgiunti, anche all’interno delle aziende. Sì perché abilitando le proprie persone a essere chi sono allineando il significato individuale del lavoro allo scopo delle aziende potremmo scoprire molte sorprese e tantissime risorse e opportunità.

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