Ecco gli studi che mostrano come avere uno scopo nella vita aiuti a stare meglio

Perché avere uno scopo nella vita ci aiuta a stare meglio?

Dare un senso alla nostra esistenza secondo Viktor Frankl-fondatore della logopedia e autore del libro “L’ uomo in cerca di un senso” si ripercuote direttamente sul nostro equilibrio mentale. Questa tesi è stata poi confermata da alcuni studi e pubblicata di recente sull’American Journal of Epidemiology (2019).

Per McKnight e Kashdan-nella pubblicazione Purpose in Life as a System That Creates and Sustains Health and Well-Being: An Integrative, Testable Theory (2009), il purpose è un processo cognitivo che definisce gli obiettivi di vita e fornisce significato alla nostra esistenza. Una sorta di auto organizzazione degli obiettivi che promuove comportamenti e atteggiamenti sani rispetto alla vita e come una risorsa continuativa di opportunità.

Andando più nel profondo, anche grazie alla ricerca Sense of Mission and Subsequent Health and Well-Being Among Young Adults: An Outcome-Wide Analysis - condotta da Ying Chen e Erik Kim nel 2019, avere uno scopo nella vita ha un impatto sulla salute fisica e sull’equilibrio psichico ed emotivo ed anche sull’autostima.

La letteratura scientifica dimostra che allocare le risorse interiori su uno scopo di vita risulta essere la maniera più efficiente per donarci effetti positivi sia a livello fisico, che biochimico, e cognitivo. Sempre per McKnight il risultato di questa allocazione efficiente consiste nell’ottenere maggiore produttività cognitiva e maggiore attività e flessibilità fisiologica.

Avere una ragione per vivere aumenta il sistema immunitario, il livello energetico e l’ottimismo dando stimolando un comportamento sano e diminuendo così una serie di patologie quali disturbi del sonno, ictus, depressione e diabete, questo secondo Aliya Alimujiang e il suo studio condotto nel 2019- Association Between Life Purpose and Mortality Among US Adults Older Than 50 Years.

Così avere una ragione per vivere ci aiuta a vivere meglio e più a lungo.

Gli studi ci dicono anche che trovare una ragione di vita non è uguale per tutti. Il processo per alcuni è più complesso che per altri. Ma ricercare il significato della nostra esistenza è comunque un importante passo per il nostro benessere individuale.

Sono stati identificati tre fattori per i quali non tutti sono in grado di definire il loro purpose poiché avere una chiara visione necessita di una certa intuizione, introspezione e organizzazione (Carver& Sheier 2002).

I fattori nello specifico sono la consapevolezza, che tradotto significa darsi una opportunità per ricercare il significato della propria esistenza.

Il secondo fattore è la forza con la quale tradurre in azioni, pensieri e accettare le emozioni che derivano da questa ricerca interiore e l’impatto che genera.

Infine, il terzo fattore è lo scopo: deve essere sentito, necessario e onnipresente.

La scienza ha voluto misurare il livello di purpose e cosi sono stati sviluppati alcune metodologie che hanno prodotto una serie di test tra cui un paio che vale la pena citare:

Ryff e Keyes: Scales of Psichological wellbeing assestment (Ryff-1989) che utilizza le sei aree di psicologia del benessere: autonomia, ambiente, crescita personale, relazioni con gli altri, scopo nella vita e auto-accettazione e che è ritenuto uno dei test più autorevoli e completo;

e il PIL -Purpose in Life Test sviluppato da Crumbaugh e Maholick nel 1964 che utilizza una scala che definisce il grado, da chi ha uno scopo a chi soffre un senso di vuoto esistenziale.


Lo sviluppo del purpose dura una vita e può a mio avviso poter cominciare a essere coltivato sin da piccoli.

Per concludere il famoso Iki-gai giapponese- letteralmente il senso della vita- pratica millenaria dell’isola di Okinawa, uno dei luoghi più longevi al mondo, che altro non è che una filosofia di vita, che comprende sia l’aspetto fisico che cognitivo che le relazioni con gli altri. Molto spesso viene scambiato con un diagramma di Venn creato da Andres Zuzunaga, autore e astrologo spagnolo, ma che poco ha a che vedere con la filosofia nipponica.

Forse volendo riassumere uno stile di vita sana, obiettivi quotidiani e aspettative coerenti ci aiutano a stare bene. Trovare il significato della nostra esistenza è un viaggio lungo, complesso e costante ma che vale la pena perseguire, non solo per l’auto-realizzazione ma anche per il proprio benessere e la propria salute.

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